Marcianise: la Chiesa dell'Annunziata |
||||
Un primo luogo di culto, intitolato alla Vergine Annunziata,
tradizionalmente fatto risalire al X secolo, sarebbe sorto sul luogo
dell’attuale chiesetta della Madonna delle Grazie. Mezzo secolo dopo, la
devozione cittadina suggerì l’erezione di una chiesa più grande che da
allora diede il nome all’omonimo quartiere di Marcianise, il borgo
dell’Annunziata. Il sito era, ed è ancora, di pertinenza della Diocesi di
Capua che ha condiviso con la Diocesi di Caserta, fin dalla sua istituzione, la
giurisdizione religiosa di Marcianise. Nonostante i numerosi documenti, ancora
conservati nell’archivio dell’AGP, siano fonte insostituibile per
ricostruire le vicende del complesso, essi non consentono di chiarire le origini
di quella prima chiesa. Entro la metà del 1300, probabilmente, ebbe origine
l’ospedale e la denominazione di “Casa Santa”, contemporaneamente con il
sorgere degli analoghi istituti campani. La confraternita, promotrice
dell’opera pia e dell’erezione della chiesa grazie alle elemosine del
popolo, ebbe sede in una cappella dedicata a S. Giovanni, poi distrutta negli
ampliamenti successivi dell’edificio, via via commissionati in virtù del
grande fervore religioso dei cittadini marcianisani e conclusi con una seconda
consacrazione nel 1512. Il tentativo, da parte del clero, di trasformare in
benefici ecclesiastici i beni di proprietà dell’AGP di Marcianise, provocò
il ricorso della popolazione al papa: la bolla di Leone X Medici del 8/7/1513
confermò l’inalienabilità dei beni e lo juspadronato, di pertinenza
dell’Università. Nel 1520 si decise di porre mano ad una ricostruzione, su più
grande scala, della chiesa. I lavori, caratterizzati da modifiche e da continui
ampliamenti del progetto (quello del 1526 fu steso dallo sconosciuto Benvenuto
Tortillo che il Costanzo ipotizza esser imparentato col più noto omonimo
architetto bresciano Tortelli, attivo dal 1557 nel Regno di Napoli), si
trascinarono fino al 1563, anno della 3a consacrazione. La chiesa, concepita su
tre navate, con presbiterio quadrato, con transetto non sporgente, ebbe
ulteriori modifiche nel corso del 1600 (allungamento del presbiterio) e dal 1780
(costruzione dei cappelloni del transetto, di sette nuove cappelle, della
sagrestia e di altre pertinenze del complesso). Passata l’amministrazione
della Casa alla Congrega di Carità (1590) si deliberò l’erezione, nel 1594,
a cura di Giovan Battista Cavagna del “Monastero con Conservatorio per le
Figliuole dell’Annunziata”, poi ingrandito e ammodernato nel corso dei
secoli seccessivi. I lavori eseguiti nel XIX secolo e i restauri, già avviati
al principio del XX secolo, non modificarono molto l’aspetto della chiesa. Ben
più importanti furono le trasformazioni dello status giuridico che portarono,
nel 1939, per la sua prima volta nella sua lunga storia, alla costituzione di
una parrocchia sotto il titolo dell’Annunziata. La facciata della chiesa,
preceduta da un profondo portica a 5 arcate (la maggiore al centro), è
affiancata dal prospetto dell’edificio settecentesco dell’opera Pia, sul
lato destro, e dell’antico ospedale (attivo ancor oggi) sulla sinistra. La
piazza Carità antistante, in origine delimitata da un muro sostituito nel 1870
da una cancellata poi anch’essa abbattuta negli anni ’50, è arricchita
dalla presenza di un gruppo scultoreo raffigurante “la Carita’” di Onofrio
Buccini (1877). Sulla destra del complesso si erge l’alto campanile, a base
quadrata, in tufo a vista, concluso nel 1574 da Ambrogio Attendolo capuano, in
sostituzione di uno precedente. L’interno,eccezionalmente risplendente di
stucchi dorati, conserva numerose importantissime opere d’arte, tra le quali
segnaliamo le principali. Testimonianza dell’eclettismo pittorico
dell’ambiente napoletano della fine del ‘500 è una “Decollazione del
Battista” di Dirk Hendricksz, noto come Teodoro d’Errico, pittore fiammingo
lungamente attivo nel Regno dal 1576 al 1606. Grande esempio del caravaggismo
del ‘600 è la tela nell’abside, firmata e datata 1656 da Massimo Stanzione,
raffigurante “l’Annunciazione”. Al centro del ricchissimo cassettonato
ligneo dorato, è la “Assunzione”, dipinta nel 1697 da Francesco Solimena,
epigono della scuola tardobarocca napoletana. Al 1710 risalgono gli affreschi di
Nicola Malinconico nell’abside maggiore e al 1750 le tele di Domenico Mondo,
collocate nelle cappelle laterali e sulle pareti del transetto. Spettano invece
al marcianisano Paolo De Majo le tele della controfacciata (1734, Disputa nel
Tempio) e le altre collocate lungo le pareti della navata principale e nel coro
(Profeti e Sibille e Adorazione dei Pastori e dei Magi, dipinti fino al 1780).
Completano il corredo artistico della chiesa, vero e proprio museo della pittura
napoletana dal XVI al XVIII secolo, opere di G.
Starace Franchis, F.A. Serio, F. Narici, C. Brunelli. Testo: Pietro Di Lorenzo |
||||
Vai all'elenco completo dei Monumenti visitati |